Questa sonata nasce fra il 2010 e il 2011, fra i miei 16 e 17 anni.
Attingendo molto dal linguaggio del primo Skrjabin ho qui cominciato il mio cammino di ricerca armonica e compositiva in genere, inseguendo atmosfere e ambientazioni immaginarie più complesse. Muovendo in particolare dalla terza sonata skrjabiniana ho cosí elaborato un unico movimento che racchiudesse tutti i procedimenti e gli stati d’animo che sentivo di dover imprimere nel mio primo importante lavoro.
Formalmente si tratta di una sonata in tempo unico suddivisa tradizionalmente in tre sezioni e due temi, non sono presenti particolarità da segnalare, le indicazioni fondamentali sono tutte presenti sulla partitura.
Il brano è dedicato a Chiara Calcagnini, compagna fondamentale di quei giorni per me travagliati grazie alla quale questa musica ha trovato la maniera, assolutamente non semplice, di venire alla luce.
Concludo queste note col tentativo, a parer mio, più riuscito di definire il significato di quest’opera, con le parole della stessa Chiara: << È il travaglio interiore che precede il “ti amo” >>.